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Jean Giraudoux, appena nominato commissario generale per l'informazione durante la seconda guerra mondiale. (ARCHIVI SNARK/FOTO12 TRAMITE AFP)
SCATOLA DEI LIBRI DEL FORESTIER. Romanzi non tradotti, nanar irrintracciabili, stranezze dimenticate... Questa settimana, una vergogna francese.
Fonte: "Pieni poteri", il gruppetto antisemita, razzista, pericolosamente patriottico di Jean Giraudoux

Ci sono libri che disonorano il loro autore. È il caso di "Full Powers", di Jean Giraudoux, copyright Librairie Gallimard 1939. Affascinato dalla Germania, intriso di mitologia renana, immaginando un confronto amichevole tra Sigfrido e il Limousin, Giraudoux si snoda tra l'amore per la patria e l'acquiescenza di l'ordine nazista. Prudente come il lacchè che è, paesano come il servitore dello Stato francese che sarà, curvo come l'ex precettore del figlio del Principe di Sassonia che fu, l'autore di "Ondine" e di "Intermezzo" scrive: "La vicinanza di altre ideologie, altre passioni, non è di per sé in pericolo, ma un vantaggio" (Le leggi di Norimberga risalgono al 1935). Egli persegue: "La Francia è uno dei paesi la cui interferenza nel consiglio di amministrazione dell'universo passa per naturale e giustificata". Cosa giustifica l'influenza su altri popoli: “La nostra colonizzazione è provocatoria che non è lo sfruttamento di una nazione operosa o avida, ma il collegamento con altri continenti e altre razze” (Gamelin ha appena “pacificato” la Siria con la baionetta).

Elogio del corpo ("Non c'è eroe di Racine che non sia uno sportivo"), condanna della politica di immigrazione (“La nostra terra è diventata terra di invasione… per continue infiltrazioni di barbari”), razzismo ben calibrato nei confronti di certi stranieri (“Li troviamo a brulicare su ogni nostra arte o industria nuova e vecchia, in una generazione spontanea come quella delle pulci sul cane appena nato”) e, infine, l'abietto antisemitismo ("Centinaia di mille ashkenaziti, fuggiti dai ghetti polacchi o rumeni... Portano dove vanno brutalmente, azioni clandestine, appropriazione indebita, corruzione e sono minacce continue allo spirito di precisione, di buona fede, di perfezione che era quello dell'artigianato francese"). Giraudoux-Zemmour, stesso incontro. Ci turamo il naso davanti a questo libro puzzolente.

mucchio di merda

I turiferi di Giraudoux sequestrarono una sentenza in "Pieni poteri", per scagionare l'autore. Eccola : «Non ho mai potuto leggere su un cartello, su un manifesto o sul titolo di un giornale queste parole: “La Francia ai francesi” senza provare uno spiacevole shock… Questa frase, invece di arricchirmi, mi espropria».. Bel giro di finto culo: perché, infatti, Giraudoux accetta “veri europei”, ricorda di essere di Limoges, esalta la libertà in Francia e, nella pagina seguente, vomita gli ebrei, “neri e inerti come sanguisughe in un barattolo” poi propone di creare un Ministero della Razza, perché "siamo pienamente d'accordo con Hitler nel proclamare che una politica raggiunge la sua forma più alta solo se è razziale". Questo è chiaro. Il resto del libro è una raccolta di stronzate di Salonnard: la decadenza dell'ingegneria urbana (un'idea che farà guadagnare a Giraudoux il ringraziamento entusiasta di Le Corbusier), l'elogio delle grandi opere sostenuto dal "splendore e immaginazione", evocazione di a “natura non degradata”.

Intanto, ecco che Daladier offre al nostro uomo l'incarico di Alto Commissario per la Propaganda. Giraudoux accetta con calcolata modestia: "Non si poteva negarlo". Aggiunge : “Se il presidente non ha scelto un politico come l'Inghilterra, un tribuno popolare come la Germania, un generale come la Russia, se ha fatto ricorso a un semplice scrittore, è perché pensava che la letteratura francese fosse in tempo di guerra ciò che è in tempo di pace, strumento di verità”. Responsabile della censura, Giraudoux sarà presto soprannominato "Cisaudoux". Tutto è detto.

Ciò che mi sconvolge di più in "Full Powers" è la presenza, alle pagine 81 e 82, di un talentuoso paesaggista, che Giraudoux dice di "attrattiva" e chi è "traboccante di nuove dottrine e immaginazioni". Quest'uomo si chiama Forestier. Vedere il mio nome citato in questo libro di doline e gorgoglii mi fa infuriare. FF

Pieni poteri, di Jean Giraudoux, Gallimard, 1939. Tra 8 e 500 euro (per una copia numerata in Giappone) su Abebooks.

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